

Ci eravamo fermati a guardare il mare, era quasi il tramonto, un tramonto senza sole, perché il sole da noi tramonta dietro l’Etna, ma irradia la sua ultima luce sul mare fino all’orizzonte. La serata era tranquilla, il mare leggermente increspato, indossava tutte le tinte dell’azzurro, che si diluivano nel cielo in un miscuglio di colori a degradare dal rosa al cipria, fino al violetto verso l’estrema punta dove, quando non c’è foschia, si intravede la Calabria. Anche la terra appariva di colore blu e il suo profilo che sembrava disegnato, si stagliava netto sul rosa e sul violetto del cielo. Che meraviglia! Sembrava a tratti che il tramonto avesse bevuto l’aurora, tale era l’intensità di quel rosa. I colori mutavano col calar della luce, come se in quel momento un pittore sotto i nostri occhi, dipingesse l’orizzonte con un grande pennello e il rosa diventava arancio, poi cipria striata di giallo e infine di nuovo azzurro. Si vedevano lontane le barchette dei pescatori di totani e una nave che sembrava dipinta nell’immobilita’ dell’orizzonte. Di fronte a tale spettacolo si crea ogni volta un magnifico incanto e si imprime nella memoria come una diapositiva di luce e di colori che vanno a spegnersi nel grigio della penombra incombente.

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